Un'azienda ha deciso di installare per motivi di sicurezza delle videocamere esterne che vanno ad inquadrare solo aree di transito. Oltre ad aver debitamente indicato con apposita modulistica la presenza delle telecamere, redatto un documento interno sulla scelta della videosorveglianza, si è provveduto altresì ad informare il personale dipendente. In una di queste aree di transito videosorvegliate, però, avviene lo scarico ed il carico delle merci perchè in prossimità di un magazzino: gli adempimenti sopra indicati possono ritenersi sufficienti? L'esperto risponde...

Il punto 4.1 del provvedimento generale 29.4.2004 del Garante, stabilisce le regole da rispettare nelle attività di videosorveglianza effettuate nell'ambito dei rapporti di lavoro. In particolare, stabilisce che occorre osservare le garanzie previste dall'art. 4 della legge n. 300/1970 (Statuto dei lavoratori) e che è inammissibile l'installazione di sistemi di videosorveglianza in luoghi riservati esclusivamente ai lavoratori ovvero non destinati all'attività lavorativa (ad esempio bagni, spogliatoi, docce, locale degli armadietti e luoghi ricreativi).

Queste garanzie vanno osservate sia all'interno degli edifici, sia in altri luoghi di prestazione di lavoro, così come il Garante ha avuto modo di rilevare in suoi precedenti provvedimenti, ad esempio a proposito di telecamere installate su autobus (per le quali, ha stabilito che esse non devono riprendere in modo stabile la postazione di guida e le cui immagini, raccolte per finalità di sicurezza e di eventuale accertamento di illeciti, non possono essere utilizzate per controlli, anche indiretti, sull'attività lavorativa degli autisti).

In proposito, va ricordato che l'art. 4 dello Statuto dei lavoratori, oltre a sancire il divieto in parola, stabilisce che gli impianti e le apparecchiature che siano richiesti da esigenze organizzative e produttive, oppure da esigenze di sicurezza sul posto di lavoro, ma, dall'uso dei quali possa derivare anche il controllo a distanza dei lavoratori (cioè l'attività espressamente vietata dalla legge), possono essere installati soltanto con il preventivo accordo con le rappresentanze sindacali aziendali (oggi RSU), oppure, in mancanza di accordo, a seguito di specifica autorizzazione della Direzione Provinciale del Lavoro.

Ricevuta la specifica istanza dall'azienda, la DPL, al fine del rilascio della propria autorizzazione, dovrà provvedere a svolgere un sopralluogo per verificare, in particolare, se l'angolo di ripresa delle telecamere sia o meno compatibile con il divieto sancito dall'art. 4 della legge n. 300/1970 ed eventualmente indicherà le prescrizioni da osservare.

Ora, è indubbio che nell'area aziendale adibita al carico e scarico delle merci possano transitare anche dei lavoratori, pertanto, oltre a quanto è stato correttamente fatto per informare sull'uso delle telecamere di videosorveglianza, sarà necessario anche raggiungere un accordo con la RSU aziendale o, in sua mancanza, chiedere l'autorizzazione alla competente DPL (che, a rigore, dovrebbe essere preventiva all'installazione).

Nella pratica, si tratterà di verificare se l'installazione delle telecamere sia compatibile con i principi di liceità, di necessità, di proporzionalità e di finalità sanciti dal Codice della privacy e, per ciò che riguarda, in particolare, la liceità del trattamento (cioè le videoriprese), se esso sia compatibile con il divieto sancito dallo Statuto dei lavoratori.

Infine, va ricordato che per quanto riguarda gli aspetti sanzionatori il punto 7 del citato provvedimento generale del Garante precisa che l'illecito o non corretto uso delle immagini porta all'inutilizzabilità delle stesse, all'adozione di un provvedimento di blocco e divieto del trattamento da parte dell'Autorità e ad analoghe decisioni adottate dall'autorità giudiziaria civile e penale, ovvero all'applicazione delle sanzioni amministrative o penali previste dal Codice della privacy.

Febbraio 2007

risposta a cura di Marcello Polacchini

Fonte: Esperto Lavoro - Casi e Soluzioni - Ipsoa Editore